[Guida] Sysadmin GNU/Linux: gestire l’environment di utenti multipli

GNU/Linux nasce come sistema multiutente. Questa mini guida per sysadmin è proprio un esempio di come, questa caratteristica del sistema operativo, si applica nell’utilizzo quotidiano. Vi mostrerò come configurare l’ambiente degli utenti, andando a modificare due importanti file di configurazione, contenuti in /etc, directory necessaria in tutte le distribuzioni, secondo lo standard FHS.

Sysadmin GNU/Linux: la directory /skel e lo user environment

Se si parla di configurazioni di sistema, la prima directory che viene in mente a chiunque abbia avuto un pochino a che fare con il pinguino è /etc. Acronimo di et cetera, il Filesystem Hierarchy Standard stabilisce che la gerarchia /etc contiene i file di configurazione. Un file di configurazione, sempre secondo lo standard, è un file locale che il sysadmin può utilizzare per controllare il funzionamento di un programma.

sysadmin etc skel fhs
Il contenuto della sotto directory skel.

All’intero di questa directory, i file di configurazione devono essere organizzati in sotto cartelle. Tra queste, per i fini di questo articolo ci interessano /etc/skel e /etc/profile.d. Dopo che il sysadmin ha installato il sistema operativo, la directory skel dovrebbe contenere tre file nascosti:

  • /etc/skel/.bash_logout;
  • /etc/skel/.bash_profile, che viene eseguito ogni volta che l’utente accede a un sistema, avviando il file .bashrc e ed esportando la variabile PATH;
  • /etc/skel/.bashrc, di cui vi ho già parlato in questo articolo;
sysadmin etc skel profile fhs gnu/linux
Il profilo standard delle nuove home.

A cosa serve il contenuto di /etc/skel

Se ve lo stavate chiedendo, skel sta proprio per skeleton, poiché il suo contenuto va a formare lo scheletro delle nuove home. Mi spiego meglio: quando il sysadmin crea un nuovo account utente su un sistema, questi tre file vengono copiati nella directory home dell’utente e diventano di sua proprietà. Andando infatti ad analizzare le differenze tra /etc/skel/.bashrc e /.bashrc, i file risultano identici, se non per una modifica che ho apportato nella home dell’utente attivo.

bashrc user home config gnu/linux
Differenze tra /skel/.bashrc e /.bashrc.

Se guardate, ad esempio, il contenuto del file di profilo, che vi ho riportato in un precedente screen, potete notare come questo file può anche essere usato per definire un prompt della shell personalizzato o definire il proprio editor preferito. Non è di solito buona norma andare a modificare direttamente questi file, conviene piuttosto creare uno script custom.sh in /etc/profile.d/ per apportare modifiche personalizzate al vostro ambiente.

profile env variables
Profile.d e lo script di Kali Linux.

Per dare uno sguardo al Filesystem Hierarchy Standard, vi rimando al documento ufficiale, accessibile tramite questo link. Conoscere la gerarchia delle directory è importantissimo, anche per un semplice utilizzo desktop del sistema operativo. Le nozioni base da sysadmin, infatti, permettono di muoversi più agilmente all’intero della propria distribuzione GNU/Linux.

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